Spettacolo del prestigioso Professor Umberto Galimberti, in scena con “L’amore è veramente un’opera d’arte?”, un dialogo incentrato sul ruolo e la forma che l’amore assume nell’età della tecnica. L’amore è, secondo il filosofo, indispensabile per la propria realizzazione, ma al tempo stesso impossibile, perché in questo tipo di rapporto non si cerca l’altro, ma la realizzazione di sé. Se da un lato l’amore sembra esser diventato “l’unico spazio in cui l’individuo può esprimere davvero sé stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecnicamente organizzata”. Dall’altro lato, questo stesso spazio è diventato il luogo della radicalizzazione dell’individualismo, dove le persone cercano spesso nell’altro il proprio “Io”, e portano avanti relazioni più per realizzare il proprio Sé che il rapporto con l’altro. Nelle proprie opere sull’Amore, Umberto Galimberti illustra come l’acutezza del pensiero penetri i meandri del sentimento e del desiderio, registrando i mutamenti intervenuti nelle dinamiche dell’attrazione, nel patto con l’amato/a, nei percorsi del piacere (dall’onanismo alla perversione). Sullo sfondo si muove, come un fantasma, continuamente evocato e rimosso, quello che propriamente o impropriamente gli uomini non smettono di chiamare amore. Il Professor Umberto Galimberti, filosofo e psicanalista italiano, nato a Monza nel 1942, pone al centro dei suoi studi la figura dell’uomo, che in una realtà dominata dalla tecnica, si sente un “mezzo” nell’”universo dei mezzi”, alla continua ricerca di un senso al suo esistere, pervenendo alla conclusione che soltanto attraverso una “pratica filosofica” l’uomo possa orientarsi nel mondo della tecnica in cui si trova inserito, gettato e trovare sollievo al disagio. Nel 1979, quando vince un concorso universitario nazionale per professore associato di filosofia morale. Su proposta di Emanuele Severino, nel 1976 è nominato professore incaricato di antropologia culturale presso la neonata Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Ca' Foscari Venezia, quindi professore associato di filosofia della storia nel 1983, assumendone la titolarità di cattedra nel 1999, dopo aver conseguito l'ordinariato in questa disciplina. Dal 2002, ha tenuto anche gli incarichi di insegnamento di psicologia generale e di psicologia dinamica, affiancando altresì l'incarico di insegnamento di filosofia morale. Dal 2015, è professore emerito dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Nel 1976, inizia inoltre un percorso psicoanalitico di analisi personale e formazione presso il Centro Italiano di Psicologia Analitica (CIPA) nella sede di Roma, con trainer Mario Trevi, che conclude nel 1985, quando diventa membro ordinario dell'International Association for Analytical Psychology, nonché socio analista del CIPA (Sede di Milano). È inoltre, dal 2003, vicepresidente dell'Associazione Italiana per la consulenza filosofica "Φρόνησις", inaugurando nel 2006, con Luigi Perissinotto, il primo master universitario in Consulenza filosofica presso l'Università di Venezia. Ha collaborato settimanalmente con Il Sole 24 Ore dal 1987 al 1995, anno in cui inizia la collaborazione, a tutt'oggi attiva, con La Repubblica sia con editoriali su temi d'attualità sia con approfondimenti di carattere culturale. Cura inoltre la rubrica epistolare di “D–La Repubblica delle Donne”, inserto settimanale di La Repubblica. Nel 2002, gli è stato assegnato il premio internazionale “Maestro e traditore della psicoanalisi”, e nel 2011, il Premio Ignazio Silone per la cultura.
Città: | Pescara |
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Indirizzo: | Teatro Circus, via Lanciano 9 |
Data e ora: | 23 novembre 2024 - 21:00 |
Sito web: | www.ciaotickets.com |