Relazione per assenza

Nel processo di differenziazione, il Sé, rafforzando i propri confini, gradualmente percepisce la separatezza dall’oggetto. Si sviluppa così la possibilità, nella perdita, di sognare l’oggetto, di poterlo pensare, nasce la nostalgia delle continuità perdute, attraverso lo svilupparsi dei sentimenti “dell’assenza”.Tali sentimenti seguono il ricordo di una presenza che ha stabilito lontananze, che abita spazi psichici-altri. Il sentimento ” dell’assenza” nasce in seguito al lavoro psichico di elaborazione del lutto’ Il termine “assenza” indica anche un più arcaico meccanismo di difesa dal dolore psichico: quando l’Io_non riesce a contenere l’angoscia ed il dolore relativo alla perdita dell’oggetto non può percepire la mancanza: il soggetto ritaglierà dal proprio cuore la rappresentazione dell’oggetto determinandone l”‘assenza”. L’assenza dell’oggetto diviene quindi la negazione della sua mancanza e dei dolorosi sentimenti di perdita. L’assenza viene percepita come “vuoto” d’oggetto.

Mentre nel primo significato abbiamo la percezione dell’assenza come presenza interna dell’oggetto mancante, nel sentimento di “vuoto”(nel secondo significato) viene ritagliata quell’area dell’Io su cui ò caduta l’ombra dell’oggetto, non è più dolente il sentimento: l’oggetto è assente, cioè negato:è vuoto il mondo e svuotato 1’Io, i sentimenti sono come congelati. In questo contesto ci riferiremo, parlando di assenza, al primo significato. Nel momento in cui l’Io potrà tollerare la separazione dall’oggetto il dolore diviene percezione della sua assenza, ma se la fragilità dell’Io non permette di contenere l’angoscia dell’essersi separato dall’oggetto, verrà negata l’esistenza stessa dell’oggetto e dei sentimenti relativi alla relazione con esso. siamo di fronte ad un Io che non ha accesso all”‘assenza” e può solo tagliar via il mondo dei sentimenti legati all’oggetto e percepire un vuoto. L’assenza appartiene ad un livello di astrazione e di funzionamento psichico complesso il cui accesso richiede un discreto livello di differenziazione del Sé. Una relazione per mantenersi costante nel tempo deve includere l’assenza, intesa come luogo psichico dove è possibile la reverie dell’Altro. Ad es. durante la gestazione madre e bambino sono legati da una relazione intima e profondissima per nove mesi oltre la quale viene recisa la continuità somatica. Tale separazione richiede l’inserimento nella relazione di un livello diverso da quello somatico-concreto: il livello dell’assenza, cioè la possibilità di pensare l’Altro in assenza. Solo se sarà possibile accedere a questo i due che prima partecipavano di una relazione somatica pregnante possono continuare a percepirsi “insieme”. Solo se verrà incluso il luogo dell’assenza, quella sospensione della contiguità che permette di ripristinare il legame su un livello più astratto, la relazione prosegue e si rafforza,spostandosi su un piano simbolico: si può ripristinare il legame attraverso la capacità di pensare l’oggetto anche se l’oggetto non ò presente. La capacità di pensare l’oggetto anche in sua assenza ò la base psicologica del legame che si fonda sul pensiero affettivo. Quando l’angoscia di separazione non trova contenimento, la separazione somatica non può essere elaborata e quindi trasformata in una nuova modalità di relazionarsi su un piano più astratto e di maggio, grado evolutivo: in questo caso si instaurerà al contrario una forma di legame basato sul soma. Quindi abbiamo due livelli di legame:

1. basato sul soma;
2. basato sul pensiero affettivo.

Ogni relazione amorosa, sia sul piano generazionale orizzontale che verticale, include le due forme del legame: il soggetto cerca scambi somatici, corporei, sensoriali con il proprio oggetto e scambi sul piano non esclusivamente concreto, ma simbolico. La capacità di nutrire la relazione d’amore, di crearla ogni giorno nella propria mente, che fa sì che il rapporto sia un rapporto amoroso basato sul desiderio e non unicamente sulla compensazione di bisogni interni. La prevalenza di uno dei due livelli del legame è di notevole importanza poichè genera modalità di relazione, di investimenti d’amore molto diversi, cioè laddove vi sia un legame basato esclusivamente sul soma, immaginiamo in una famiglia, quando ci si separa si percepisce il vuoto d’oggetto in cui il Sé precipita e non l’assenza dell’oggetto. In questa dimensione ogni passaggio evolutivo è temuto in quanto la dimensione di separatezza che inevitabilmente produce è vissuta come lacerazione non riparabile, al contrario di ciò che accade invece in presenza del pensiero affettivo, che ripristina la relazione ampliandola e trasponendola dal soma al mondo simbolico. La capacità di reverie, propria dell’apparato psichico per sognare l’oggetto, presente quando la madre sogna il proprio bambino durante la gestazione, permette l’elaborazione dell’assenza, che diviene un vissuto,un sentimento amoroso di mancanza che si sviluppa verso e per l’oggetto, lo seguirà nel suo percorso, cammino, esperienze, vissuti. Tali processi di simbolizzazione esiteranno il superamento del dolore legato all’assenza, alla mancanza. Il sentimento di mancanza permette al soggetto di produrre simbolicamente a sua volta nuove catene, nuove maglie del legame amoroso. Quindi è nello spazio psichico dell’attesa che nasce l’investimento amoroso, nell’attesa che sviluppa il desiderio e la creatività. Ogni nascita sancisce lo scioglimento della continuità somatica su cui poggiava la continuità psicologica madre-bambino delle origini. Nella psiche materna,la possibilità di integrare il bambino sognato con il bambino reale genera il riconoscimento dell’oggetto (figlio) ed il mantenimento del legame. Se la psiche della madre non può accedere alla dimensione dell’assenza e rimane quindi legata al soma, nel momento della nascita percepirà un vuoto di oggetto, un sentimento di perdita definitiva. Nel primo caso, invece, è il sentimento amoroso della mancanza la premessa per un rafforzato investimento libidico sul figlio: saranno poi i gesti d’amore e della cura che oggettiveranno la reverie materna: il figlio dà realtà al sogno della madre con la sua nascita, nel separarsi. Ciò che rende possibile tollerare il lutto legato alla perdita del bambino-sogno è il rinnovato sviluppo del legame reciso attraverso la creazione di altre nuove forme dell’appartenenza, attraverso i pensieri e i gesti dell’amore. La difficoltà di investimento libidico sull’oggetto (figlio) indica che la psiche materna può pensare il legame prevalentemente ad un livello somatico di relazione e non ad un livello di assenza: la separazione fra sé e l’oggetto è vissuta come l’abisso nel quale l’Io può cadere e frantumarsi. L’assenza di per sé permette di creare una relazione con un oggetto che può essere ricordato (ricordo da cor-cordis), che è presente nel cuore, non solo esternamente.

L’integrazione dei due livelli: somatico e dell’assenza permette lo svilupparsi della relazione amorosa. Nella relazione basata sul soma 1’assenza è temuta, l’Altro per essere amato deve essere somaticamente presente, concretamente tangibile, controllabile. Si può sviluppare, d’altro canto, una patologia dell’assenza: la mancanza di integrabilità fra gli aspetti sognati dell’Altro e quelli reali produce una rigidità nei processi di idealizzazione che erotizzano l’assenza: si può amare solo l’oggetto assente o perduto. In questo caso l’inquietante o il somatico, la vicinanza blocca la fantasia, la capacità di sognare. Chi può legarsi solo nell’assenza ha il cuore e la mente percorsi dai penosi sentimenti e immagini della gelosia in cui l’aspetto somatico della relazione ò vissuto da un altro se stesso Si è gelosi in realtà della propria ombra, del rapporto somatico irraggiungibile. Si è quindi gelosi di quella parte del proprio Sé che non ò al momento integrata. Si proietta su un altro partner, il rivale, l’immagine di quella parte di sé scissa, negata e idealizzata che non può accedere direttamente al rapp0tto d’amore: il-la rivale rappresenta la proiezione di quella parte del Sé cui il soggetto aspira e con cui si ricongiunge nella fantasia di tradimento.

Nome spettacolo
  1. avatar Dott.ssa Maria Rita Ferrisays:

    Psicoterapeuta Psicoanalitico
    Formazione Psicoanalitica post Lauream
    “Ciò di cui vi parlerò segue le linee guida di una narrazione inconscia. Vi invito, quindi, ad ascoltare con quella parte della vostra mente che accoglie i sogni.”