"I cantieri dell'immaginario". I Solisti Aquilani traduzione, drammaturgia e regia Maria Cristina Giambruno di Igor F. Stravinskij e Charles F. Ramuz direttore Andrea Vitello traduzione, drammaturgia e regia Maria Cristina Giambruno L’ “Histoire du soldat”, storia da leggere, recitare e danzare in due parti, è un’opera da camera composta da Igor’ Fëdorovič Stravinskij su libretto in francese di Charles-Ferdinand Ramuz. Può sembrare bizzarro che un’opera così straordinaria sia nata, anche, per un motivo così talmente ordinario … la necessità di guadagnarsi la sopravvivenza in tempi molto duri. Infatti, dopo la rivoluzione russa del 1917, Stravinskij – che dal 1915 si era trasferito in Svizzera con la sua famiglia – si trovò privo di risorse finanziarie … ma non era il solo: alcuni suoi amici svizzeri versavano nelle stesse ristrettezze. Tra questi c’erano lo scrittore Charles-Ferdinand Ramuz e il direttore d’orchestra Ernest Ansermet. Stravinskij e Ramuz, in comunità di condizioni e intenti, decisero allora di creare un’opera teatrale itinerante, che richiedesse pochi mezzi e, ovviamente, poco danaro per l’allestimento. Il progetto era di presentare codesta agile opera in tutta la Svizzera, spostandosi di paese in paese. Ansermet avrebbe dovuto essere l’impresario e il pittore René Auberjonois lo scenografo e costumista. Reperire finanziatori non fu cosa facile, ma alla fine la “folle iniziativa”, come Stravinskij stesso ebbe a definirla, guadagnò interesse e appoggio dall’industriale Werner Reinhart che, inoltre, era un ottimo clarinettista dilettante. Concordarono una rappresentazione che richiedesse pochi strumenti, pochi musicisti e pochi personaggi, dando spazio a una breve scena di mimi e danzatori. Stravinskij scelse come testo una storia tratta da una raccolta di fiabe popolari russe di Aleksandr Nikolaevič Afanas’ev. Lavorò alacremente su due racconti “Il soldato disertore e il diavolo” e “Un soldato libera la principessa”, ispirate vagamente al mito di Faust, e infine ne parlò con Ramuz che sposò il progetto e si mise immediatamente alla stesura del libretto. Musicista e scrittore lavorarono in stretta collaborazione per tutti i primi mesi del 1918. Naturalmente, trattandosi di una rappresentazione itinerante, Stravinskij scelse strumenti facili da trasportare: un violino e un contrabbasso, tra i legni, un clarinetto e un fagotto tra i fiati, tra gli ottoni una cornetta e un trombone e un solo musicista per alcune percussioni. E, mentre componeva l’opera, Stravinskij imparò a suonarli … sinché il 3 settembre 1918 la composizione fu pronta. E nel teatro Municipale di Losanna, l’opera fu eseguita per la prima volta il 28 settembre 1918, con la direzione di Ernest Ansermet, scene e costumi di René Auberjonois. Note di regia “È dalla tradizione fiabesca del popolo russo – tramandata da Aleksandr Nikolaevic Afanasjev – che Histoire du Soldat trae spunto. Semplice ma avvincente è l’intreccio drammatico di un percorso attraverso il quale il protagonista scopre il senso del proprio essere e della propria vita nella relazione con le persone e le cose del mondo. Laggiù, nell’ultimo dei reami ai confini del mondo, una figlia di re ha perduto sonno e salute colpita da un male oscuro di cui nessuno riesce a scoprire la causa. A miglia e miglia di distanza un soldato ha perduto violino e anima a causa di un pessimo incontro. Le sorti dei due giovani paiono decisamente segnate e distanti ma sarà proprio il violino a far sì che i loro destini si intreccino per non dividersi, poi, mai più. Forse… Passo dopo passo, guidato da un suono di violino, il soldato procede inconsapevolmente verso la fanciulla malata, per salvarla … ma questo nemmeno lui può saperlo. Durante il viaggio, lungo, arduo e insidioso, e attraverso una aspra e tormentosa lotta con il male, egli scoprirà che le vere gioie della vita non hanno prezzo e non si possono mercanteggiare. La messinscena si caratterizza per la combinazione e la stretta interazione di forme espressive e linguaggi diversi – dalla più classica e rigorosa arte della interpretazione drammatica [sia con la forza e la versatilità dei mezzi vocali che con la essenzialità e la eleganza del gesto mimico] alla musica [nella sua duplice valenza di sonorità pura e di fascino simbolico di vera e propria voce], alla danza – tesi alla esaltazione della forza emotiva della rappresentazione per colpire l’insieme dei sensi e, quindi, l’immaginario dello spettatore e per immergerlo appieno nella finzione teatrale. Il mio allestimento, nello spirito della sobrietà di come fu concepito nella sua versione originale, si contraddistingue per la presenza in scena, oltre che dei sette musicisti, di un Narratore che sarà interprete anche del Soldato e del Diavolo e di una danzatrice cui spetterà il ruolo non secondario della Principessa. In questa interpretazione, l’antica figura del soldato violinista assume valore di metafora inquietante: quella dell’uomo contemporaneo, combattuto tra la sete di conquista dei beni materiali, dal prezzo – non solo e non tanto in termini pecuniari – sempre più esoso, e la ricerca di una vita in pienezza di affetti. E, in fin di viaggio, cosa sceglierà il soldato? Cosa farà di sé e della sua vita? Lo spettacolo non lo dice; il finale è aperto: ne sia arbitro lo spettatore…” Maria Cristina Giambruno I Solisti Aquilani Daniele Orlando violino Giovanni Ludovisi contrabbasso Luca Cipriano clarinetto Marco Ciamacco fagotto Andrea Di Mario cornetta Giovanni Dominicis trombone Marco Crivelli percussioni con Graziano Piazza e Claudia Muzi costumi ed elementi scenici Maria Grazia Cimini service Stage Sound & Light
Città: | L'Aquila |
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Indirizzo: | Auditorium del Parco |
Data e ora: | 28 luglio 2022 - 21:30 |
Sito web: | www.cantieriimmaginario.it |