Per poter comprendere come l’investimeno d’amore favorisca i processi maturati vi del Sé è utile far riferimento ad un concetto sviluppato da M. Klein, che, nel saggio ”Note su alcuni meccanismi schizoidi” del 1946, inserisce nel 1952 una nota ove introduce il concetto di identificazione proiettiva. L’identificazione proiettiva, come meccanismo psichico, è una fantasia inconscia consistente nell’aver separato degli aspetti del Sé e averli collocati nell’altro, laddove il meccanismo di difesa della proiezione consiste nel porre sull’Altro un’immagine interna del soggetto, non implicando direttamente una modalità relazionale. Attraverso l’identificazione proiettiva, invece, si stabilisce una relazione nella quale il soggetto tratta l’Altro come se questi fosse identificato con gli aspetti del Sé in esso riposti. Inizialmente per identificazione proiettiva si intendeva un processo di proiezione neIl’Altro di aspetti aggressivi, distruttivi; successivamente con la riflessione e lo studio di altri psicoanalisti si è giunti ad un concetto più ampio, che include la proiezione anche di oggetti buoni o ideali. Nella scelta del partner e nella relazione di coppia il processo delle identificazioni proiettive ha grande rilevanza: ad esempio, il soggetto che abbia nel proprio mondo interno l’immagine di un oggetto genitoriale idealizzato, collocandola proiettivamente nell’Altro, si relazionerà con quest’ultimo come se fosse l’oggetto proiettato ovvero come il genitore ideale. Il concetto d’identificazione proiettiva è collegato direttamente all’ uso, difensivo o riparativo, del!’Altro o della relazione. Uso difensivo: il soggetto sceglie il partner nell’illusione del rinvenimento del buon oggetto genitoriale perduto. Tale modalità-uso della relazione è molto rigida e non permette di accedere all’elaborazione dei lutti infantili, poiché il vissuto traumatico e deprivante dell’infanzia del soggetto viene magicamente cancellato (negato) solo se il partner si identificherà con l’immagine del “genitore ideale”, con conseguente rigidità nella distribuzione dei ruoli nella coppia. L’uso difensivo della relazione è basato su un livello di pensiero di tipo primario: la psiche del soggetto non ha accesso alla possibilità di attendere l’esaudimento del bisogno a causa di una parziale capacità di contenimento dell’ansia, per cui l’investimento amoroso si tradurrà in un agito di ricerca nell’Altro del genitore ideale che colmi il vuoto affettivo primario e attraverso cui negare i vissuti deprivanti ongman. Uso riparativo: il soggetto sceglie il partner come oggetto d’amore per poter riparare, lenire delle ferite antiche e le rappresentazioni interne degli oggetti primari, senza negarle. Tale modalità-uso della relazione si fonda su processi secondari di pensiero: l’Alterità dell’oggetto sarà tollerata e amata come mondo sconosciuto delle differenze, il nuovo legame permetterà alla psiche del soggetto di elaborare i lutti infantili; la relazione avrà caratteristiche riparative poiché il soggetto, attraverso l’amore per e dell’oggetto, riuscirà a recuperare energie libidiche, ad elaborare le ferite infantili, e i vissuti di deprivazione affettiva della propria famiglia potranno divenire tollerabili poiché una nuova immagine di integrità e amabilità alloggerà nel Sé. Quindi nell’approccio di tipo difensivo il soggetto, nonostante cerchi all’esterno l’immagine idealizzata del buon genitore, troverà replicate le modalità originarie di relazione con gli oggetti primari, modalità che esiteranno sentimenti di delusione e desideri di allontanamento. L’uso difensivo della relazione, infatti, non favorisce la riparazione dell’immagine del Sé del soggetto (formatasi sulla base della prime relazioni d’amore), il quale continuerà ad avere un’immagine svilita e difettuale di se stesso e sceglierà inconsciamente oggetti d’amore con caratteristiche deprivanti: di conseguenza anche nella relazione con il nuovo oggetto si replicheranno modalità proprie della relazione interiorizzata con i propri genitori. E’ importante ricordare che l’immagine difettuale del Sé proviene in gran parte dall’interiorizzaziorre di aspetti: difettuale dell’ambiente: quanto più deprivante sarà stato l’ambiente (le prime relazioni d’amore) tanto maggiormente il soggetto percepirà se stesso, per effetto dell’interiorizzazione, come non amabile. Con un approccio di tipo riparativo (che implica il raggiungimento di un buon livello di individuazione del Sé), il soggetto va a riparare il mondo degli oggetti interni infranti dalle prime relazioni d’amore e va a modificare la visione svilita di sé a cui psicologicamente è giunto attraverso l’interiorizzazione delle deprivazioni vissute. L’uso riparativo delle relazioni va a confermare la bontà del soggetto e a ricondurre all’ambiente le motivazioni dei sentimenti di deprivazione.
Psicoterapeuta Psicoanalitico
Formazione Psicoanalitica post Lauream
“Ciò di cui vi parlerò segue le linee guida di una narrazione inconscia. Vi invito, quindi, ad ascoltare con quella parte della vostra mente che accoglie i sogni.”